La tuta, invenzione tutta italiana

Con il lockdown e la chiusura spesso forzata in casa, abbiamo riscoperto l’abbigliamento comodo.  A volte è stato sinonimo di trascuratezza, ma con qualche piccolo accorgimento e scegliendo gli articoli giusti forse si può essere comfy e trendy allo stesso tempo anche con una tuta. Vi siete mai chiesti chi ha inventato la tuta?

La tuta eversiva dei futuristi

Nasce proprio così il concetto di tuta ed è un orgoglio tutto del bel paese. Furono il movimento futurista italiano nel 1919 e la genialità di due fratelli fiorentini a creare questo capo, proprio per protestare contro i valori borghesi e altisonanti del primo dopoguerra. Le prime tute erano semplicissime, un unico pezzo di cotone con sette bottoni, una cintura e con pochissime cuciture.

Adidas e la tuta da ginnastica

Si deve però ad Adidas nel 1967 la produzione di quest’abbigliamento e l’introduzione della tuta da ginnastica, come la concepiamo oggi composta di giacca e pantaloni, da utilizzare prima e dopo l’attività sportiva. In pochi anni diventa un vero fenomeno culturale. Il velour elastico, un tessuto simile al velluto, realizzato con la lana e cotone, rende questo capo adatto per gli spazi interni ma anche per stare fuori casa. In più la tuta da ginnastica diventa sempre più popolare grazie a Bruce Lee che sul grande schermo indossa il primo modello Adidas, una tuta gialla a strisce nere.

La tuta-mostro

Negli anni ’80 l’uso di materiali avveniristici come il Gore-tex o il Sympatex hanno permesso la produzione in massa di capi sportivi, realizzando la cosiddetta  “shell suit“, la tuta- mostro. Un connubio tra fitness e cultura pop che ha dato vita al peggior fashion item della storia.

Sportwear e musica

Negli anni ’90 la tuta sportiva è il capo di ballerini o fanatici del tapis roulant, ma viene anche inserito nelle collezioni degli stilisti. Sarà soprattutto la musica, l’hip-hop e il pop-rock, a fare suo questo abbigliamento mixando capi firmati e parti della tuta, creando delle vere e proprie tendenze e stimolando l’industria della moda a produrre capi sempre più adatti a questi stili, basti pensare alla breakdance.

Gli anni 2000 consacrano la tuta

La tuta ha avuto un’escalation impressionante negli ultimi vent’anni e ultimamente grazie alla spinta della pandemia da Covid-19.

Indossata da celebrità che si fanno paparazzare con quest’abbigliamento, anche gli stilisti introducono la tuta nelle loro sfilate. Il muro tra casual e alta moda ormai è abbattuto, e la tuta è utilizzata anche in ambienti formali. Nascono linee super fashion sportwear come Supreme, Ape, Stone Island…e colossi dell’abbigliamento sportivo collaborano con stilisti, tra le più famose collaborazioni Fenthy per Puma o Adidas per Kolors. Insomma un panorama davvero ampio che ha fatto apprezzare sempre di più questo capo comodo, che può diventare estremamente fashion.

E oggi più che mai con la situazione che stiamo vivendo, la tuta e l’abbigliamento comodo sono entrati prepotentemente nella nostra quotidianità. Come si poteva stare chiusi in casa con tacchi, gonne plissé  e camice svolazzanti? Certo mai rinunciare alla femminilità, ma con una tuta o un pantalone Diffidate questo lato di sicuro non è mancato. Glitter, borchiette, paillettes, stampe, tagli di pantaloni accuratamente studiati, tutto per essere comode in primis ma anche trendy, per rimanere in casa in modo curato ma anche per uscire ed essere sempre al top!